La Prima Guerra Mondiale, conosciuta anche con il nome di “Grande Guerra” si differenziò nettamente dalle precedenti. Infatti, per la prima volta, in un conflitto nato nel cuore dell’Europa, furono coinvolte anche le potenze extra-europee, come Giappone e Stati Uniti; lo spiegamento di forze utilizzate nel conflitto furono senza precedenti; a quei tempi molte nuove armi erano state messe a punto e nuovi mezzi erano stati costruiti, e questa fu l’occasione per utilizzarli: gli aerei, inventati pochi decenni prima, i carri armati e sottomarini; gli effetti furono devastanti, non solo a livello bellico, ma anche economico, amministrativo e politico.
Le cause del conflitto sono da ricercarsi nella crisi dei rapporti internazionali europei da una parte, e nella rapida e importante ascesa della Germania a potenza navale, dall’altra, ma anche i movimenti nazionalisti in zone strategiche dell’Europa (Balcani, Alsazia, Lorena, Trentino e Trieste).
Il pretesto fu dato dall’attentato a Sarajevo, da parte di un indipendentista slavo, ai danni di Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale, rifiutandosi di scendere a patti, emise la dichiarazione di guerra il 28 luglio del 1914.
Ben presto furono strette le alleanze. Da una parte l’Austria e la Germania, dall’altra l’Inghilterra, la Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia.
La Germania invase quindi la Francia, passando attraverso il Belgio violando la sua neutralità, e questo causò una tale indignazione in Inghilterra da portarla a combattere al fianco delle truppe francesi.
I tedeschi volevano una guerra rapida e veloce e invece il conflitto si rivelò lungo ed estenuante.
Dopo l’avanzata dei tedeschi in Francia e il blocco fatto dalla flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra. Il 26 aprile del 1915, il governo italiano si alleò segretamente con Inghilterra, Francia e Russia, stipulando il Patto di Londra, attraverso il quale l’Italia si impegnava nella guerra contro l’Austria e, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto il Trentino, l’Alto Adige, Trieste, Istria e Valona. Così, il 23 maggio le truppe italiane entrarono in guerra. Il conflitto era lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione ma, nel 1917 con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti in aiuto della “Triplice intesa” e il ritiro della Russia, impegnata entro i propri confini con la Rivoluzione, le cose si ribaltarono.
L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, finché l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche sulla vita economica e sociale del Paese.
Il 1918 segnò anche la conclusione della Prima Guerra Mondiale con la vittoria della Francia.
L’esercito italiano, guidato dal generale Armando Diaz, riuscì a conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria e giungendo così alla pace.
La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la Germania, Dallo smembramento dell’impero austro-ungarico nacquero nuove realtà territoriali e politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.