Le tredici colonie britanniche dell’America del Nord furono le prime colonie che seguirono con una politica attiva le idee illuministe. La struttura economica e sociale di tale colonie non era del tutto uniforme. Le colonie del Nord (dette anche New England) erano popolate da comunità puritane in fuga dalle persecuzioni della famiglia Stuart: i loro membri erano organizzati in comunità agricole e sognavano di creare una comunità dove regnasse l’uguaglianza e la libertà. Le colonie del Centro che comprendevano la Pennsylvania, Delaware, New York e il New Jersey, avevano un’economia simile a quella delle colonie del Nord, ma a differenza delle comunità puritane, vi era molta diversità tra i componenti di queste sia sotto il profilo religioso, sia sotto il profilo degli ideali. Le colonie del Sud erano totalmente occupate da ricchi latifondisti, le cui terre erano coltivate da schiavi proveniente dall’Africa. Ciò che accomunava le tredici colonie britanniche era il forte legame con la madrepatria. Questo legame garantiva alle tredici colonie una protezione continua e assidua su tutte le coste e l’esenzione delle tasse da parte del governo londinese; tuttavia gli svantaggi di questo legame erano legati all’obbligo di commerciare esclusivamente con la Gran Bretagna : questi dovevano esportare tutte le materie prime ricavate dai propri territori e importare ogni prodotto di uso comune esclusivamente dalla madrepatria.
Nel 1764 il governo inglese, trovandosi a corto di denaro, fu costretto a tassare le colonie abolendo l’antico privilegio, i coloni iniziarono a rivendicare il diritto di voto e la possibilità di avere dei rappresentanti a Londra. Il malcontento sfociò nel boicottaggio delle merci inglesi e assunse contorni più violenti nell’episodio ricordato come il Boston Tea Party nel 1773. Le reazioni di Londra furono tempestive e “repressive” nei confronti dei coloni, annullando tutte le libertà locali di quest’ultimi. Questi reagirono bloccando tutte le importazioni e le esportazioni con l’Inghilterra e creando le prime assemblee indipendenti. Dopo circa dieci anni di polemiche e di incidenti la situazione esplose. Gli americani arruolarono un esercito (detto di liberazione), affidarono il comando a George Washington , e da lì scoppiò la guerra d’indipendenza (o rivoluzione americana) che durò dal 1775 al 1783. Le previsioni del governo inglese erano state quelle di risolvere velocemente questa insurrezione delle tredici colonie; tuttavia le forza europee preoccupate dell’ascesa economica e sociale di cui l’Inghilterra era protagonista da anni, decisero di schierarsi a favore delle tredici colonie nella guerra contro la madrepatria. I primi aiuti arrivarono dalla Francia, che volette rivendicare le sconfitte subite durante la Guerra dei Sette Anni, in cui avevano perso la maggioranza dei territori americani in loro possesso; poco dopo entrò in guerra anche la Spagna che era intenzionata a riprendere la colonia della Florida e la rocca di Gibilterra precedentemente in loro possesso. La battaglia si concluse a Yorktown nel 1781, quando il generale Cornwallis fu costretto ad arrendersi, perché privo di aiuto e completamente circondato dall’esercito franco-americano. Questa battaglia ebbe un’importanza decisiva per l’esito della Guerra d’indipendenza americana in quanto costrinse il governo inglese a trattare la pace con tutte le colonie ribelli.
La pace fu dichiarate nel 1783, le colonie inglesi ottennero l’indipendenza, diventando Stai Uniti d’America, la Spagna riuscì a recuperare il territorio della Florida, la Francia invece ottenne la restituzione di alcune parti del Senegal e dei Caraibi. Storicamente la nascita degli Stati Uniti d’America tuttavia risale al 1776 quando le tredici colonie, durante il secondo anno di guerra contro la madrepatria, approvarono un documento chiamato Dichiarazione d’Indipendenza. Questa dichiarazione formulata da alcuni intellettuali tra cui Thomas Jefferson e Benjamin Franklin, era basata sui principi fondamentali dell’Illuminismo ovvero libertà, ricerca della felicità e uguaglianza. Pochi anni dopo l’Indipendenza, nel 1787, gli Stati Uniti adottarono una Costituzione che li rese una Repubblica federale. Con questa formula ognuno dei tredici stati fu reso libero di emanare leggi, avere una propria polizia, amministrare la giustizia e l’istruzione in totale autonomia; allo Stato centrale rimaneva il compito di organizzare l’economia, garantire la difesa e controllare le proteste sociali. Il primo presidente degli Stati Uniti d’America fu il comandante Washington che aveva portato l’esercito americano alla vittoria, a lui fu assegnato il potere esecutivo, al Congresso fu affidato il potere legislativo e alla Corte suprema fu affidato il potere giudiziario.
Il maggiore limite della Costituzione americana fu il mantenimento della schiavitù, che confermava che la libertà non era ancora un diritto universale, e la restrizione del diritto di voto ai soli uomini maschi di ceto sociale medio. La nascita del partito federalista (vicino all’elitè finanziaria urbana) e del partito repubblicano (legato agli agricoltori indipendenti e alla sovranità popolare) furano la conseguenza diretta alla nascita della Costituzione americana.