Si ipotizza che nella città di Roma, che arrivò a contare circa un milione di abitanti, più di un terzo della popolazione fosse formata da schiavi. La vita di questi uomini dipendeva esclusivamente dalla volontà di colui che veniva chiamato “il padrone”; questi poteva farne ciò che ne voleva. Gli schiavi uomini venivano utilizzati per lavorare fino allo sfinimento e se tentavano di scappare o disubbidivano venivano picchiati, spesso fino alla morte. Le schiave donne erano usate per i lavori domestici e per il piacere sessuale dei lori padroni. In generale esistevano due tipi di schiavi, quello domestico e quello di campagna.
Gli schiavi delle campagne, vivevano condizioni spesso peggiori degli altri, in quanto costretti a lavori durissimi nelle miniere e officine. Questi in età precoci raggiungevano la morte, per via della cattiva alimentazione e dei maltrattamenti fisici dei padroni.
Gli schiavi domestici, vivevano una situazione sociale leggermente privilegiata, in quanto potevano sperare nell’emancipazione, ovvero la liberazione; infatti alle volte il padrone per interesse o per generosità, liberava lo schiavo che diveniva un liberto (cittadino romano dotato di tutti i diritti). Gli schiavi domestici non avevano diritti, in particolare non era loro diritto formare una famiglia, infatti i figli di una schiava, anche se nati dall’unione con un uomo libero, erano di proprietà del padrone e potevano essere sottratti alla madre in qualsiasi momento. L’unione tra gli schiavi che si univano tra di loro in rapporto sessuale/sentimentale si chiamava “contebernium”. La vita di questi schiavi, apparentemente privilegiati, dipendeva ancor più dai desideri del padrone; infatti per qualunque mancanza egli poteva gettarli negli ergastula (carceri privati dove gli schiavi lavoravano in catene). I figli nati dall’unione di schiavi venivano chiamati “vernae” ed erano i preferiti dei padroni in quanto abituati fin dalla nascita a parlare il latino e alla loro condizione sociale.
Per i romani la schiavitù era una condizione normale, nessuno pensava dunque di abolirla.