Tra i primi scienziati a proporre in modo sistematico una teoria dell’evoluzione vi fu Jean Baptiste Lamarck, uno studioso francese nato nel 1744. Nel 1809 egli espresse le sue idee sull’evoluzione in un saggio intitolato “Filosogia Zoologica” ma fu accusato dai suoi contemporanei di idee fissiste; nonostante fu il primo a sviluppare una teoria evoluzionista, venne rivalutato solo dopo i lavori di Darwin.
La teoria di Lamarck si fondava su alcuni principi:
- L’esistenza di una naturale tendenza degli esseri viventi a divenire sempre più complessi
- In un animale in via di sviluppo l’uso di un organo lo rinforza, il disuso lo indebolisce fino a farlo scomparire (principio dell’uso e del non uso)
- I caratteri di un essere vivente vengono trasmessi anche ai discendenti ( principio dell’ereditarietà)
Contro le idee di Lamarck si schierò Cuvier (1769-1832), fondatore della scienza che paragona le strutture del corpo dei diversi animali per individuarne somiglianze e differenze chiamata anatomia comparata. Egli per lungo periodo aveva studiato le parti anatomiche di animali compiendo molti ritrovamenti di quest’ultimi estinti nel territorio di Parigi, sotto la collina di Montmartre. Tali studi gli permettevano di affermare l’esistenza di animali vissuti nel passato che l’occhio umano non era stato in grado di osservare e che nel tempo vi era stata una successione di forme da più semplici a più complesse. Nel suo libro “Le rivoluzioni del globo terreste”, diede la sua visione antievoluzionistica con la sua teoria detta “catastrofismo”, questa affermava come in passato si erano verificate delle catastrofi periodiche che avevano distrutto gran parte delle forme viventi, successivamente ripopolate da forme di vita provenienti da regioni vicine. Con tale teoria l’idea di una progressiva evoluzione fu accantonata per più di mezzo secolo.
La teoria dell’evoluzione delle specie per selezione naturale fu formulata da Darwin e Wallace nel 1858, fu pubblicata contemporaneamente in due saggi distinti alla società Linneiana di Londra. Durante l’anno della pubblicazione i due saggi non ebbero grande risonanza, ma nel 1859 Darwin espose più ampiamente la sua teoria in un libro intolato “L’origine delle specie per mezzo della selezione naturale”, opera che convinse lo stesso Wallace della superiorità della teoria del collega Darwin, tanto da coniare il termine darwinismo.
La teoria di Darwin si basava su alcune considerazioni:
- In natura ogni specie produce discendenti in numero maggiore di quelli necessari per mantenere stabile il numero degli individui, tuttavia le specie non aumentano a dismisura in quanto le risorse che l’ambiente può fornire non sono infinite per cui esiste un meccanismo che limita il numero di individui per ogni generazione. Questo meccanismo si chiama selezione naturale.
La lotta per l’esistenza, a volte risulta essere questione di fortuna, ma spesso sopravvivano solo i “più adatti”. Tale adattamento consiste in quell’insieme di strutture, funzioni e comportamenti che caratterizzano ogni organismo e che possono riguardante l’ambiente fisico o l’ambiente biologico; questi tratti che una volta comparsi durano per tutta la vita.
Oggigiorno la teoria dell’evoluzione si basa ancora sulle considerazioni non consapevoli di Darwin, che pur senza conoscerne le cause, aveva dedotto che l’evoluzione delle specie è dovuta al lento e graduale accumulo di variazioni negli organismi, un fenomeno detto gradualismo. Inoltre le relazioni di parentela tra gli individui non vengono più ricostruite solo dalla comparazione di forme e comportamento delle varie specie, ma anche dal confronto di cromosomi genetici (DNA). Questa teoria, integrata delle considerazioni di Darwin, viene chiamata teoria sintetica dell’evoluzione.
Da questa teoria alcuni scienziati, Stephen Jay Gould e Niles Eldredge recentemente hanno avanzato l’ipotesi che l’evoluzione possa procedere anche in modo discontinuo. Secondo la loro teoria alcuni periodi della storia caratterizzati da lunghi periodi di stabilità sono invece momenti ricchi di profonde e rapide modifiche che portano alla comparsa di nuove specie prima inesistenti. Questa teoria evoluzionista è stata chiamata teoria degli equilibri punteggiati.